Pescara 19/06/2014
Esalazione di gas nelle acque del mare di Pescara
Nei giorni 11 e 12 giugno alcuni bagnanti che frequentano le spiaggie della zona nord di Pescara hanno lanciato un allarme segnalando un fenomeno che si verificava in mare, in acque basse, alla profondità di circa 50 cm: nei pressi di un pennello di scogli anti-erosione, nella pertinenza dello stabilimento balneare "Pepito Beach", si verificavano fuoriuscite di gas dal fondale marino con odore di acido solfidrico.
Allertati, sono intervenuti Vigili del fuoco e Capitaneria di Porto. L'Arta, anch'essa avvertita, è intervenuta acquisendo un campione di acqua da sottoporre ad analisi chimiche e microbiologiche per valutare la situazione e per risalire alle cause del fenomeno.
Il 12 giugno, alle ore 13:30, il personale della RES.GEA s.r.l. - spin off dell'Università "G.D'Annunzio" - coordinati dal Dott. Giuseppe Pomposo si è recato, su indicazione del Direttore tecnico dell'Arta Dott. Giovanni Damiani, presso lo stabilimento balenare interessato dall'evento per effettuare delle riprese aeree mediante l'utilizzo di un drone (multirotore munito di videocamera ad alta definizione) per caratterizzare dall'alto il fenomeno di degassamento in mare localizzato a poche decine di metri dalla riva. Le riprese hanno permesso di osservare in tempo reale quanto stava avvenendo, di filmare alcuni momenti di emissione e di effettuare alcune considerazioni.
In particolare è stato osservato che il degassamento era localizzato a ridosso del lato meridionale di un pennello ortogonale rispetto alla linea di costa. L'emissione di gas risultava discontinua nel tempo e presentava variazioni spaziali del punto di emissione all'interno di un areale esteso circa 20 m per 10 m. Il fondale corrispondente, ben osservabile dalle immagini aeree, risulta omogeneo sia dal punto di vista morfologico che cromatico e non sono state osservate torbidità associate a questo fenomeno.
Risultati delle indagini sono sintetizzate di seguito:
- Le analisi chimiche presso i laboratori dell'Arta hanno mostrato presenza di dimetilsolfuro e moderata acidificazione dell'acqua con pH 7,2 (mentre l'intorno è mediamente di 8,2); Escherichia coli ed Enterococchi sono risultati praticamente assenti, denotando acque microbiologicamente pulite.
- Le immagini confermano che non vi sono condutture abusive o punti di emissione riconducibili a scarichi idrici.
- Non è stata riscontrata alcuna evidenza di particolarità geologiche.
- L'area ove si è verificato il fenomeno è soggetta ad accumulo di alghe (in particolare di Ulva lactuca , la comune "lattuga di mare") e alla ricopertura delle stesse con sabbia trasportata dalla corrente marina (come visibile dalle immagini filmate allegate).
Si può quindi concludere che il fenomeno osservato è compatibile con la biodegradazione spontanea naturale delle alghe accumulate nei mesi passati e successivamente sepolte da un consistente strato di sabbia fine.Il processo osservato è stato favorito dalla temperatura dell'acqua relativamente elevata. Il fenomeno non è perciò riconducibile alla presenza di fognature urbane nascoste (gli scarichi in mare della zona sono stati eliminati, peraltro, da almeno 30 anni); non sono state rilevate anomalie o particolarità geologiche (es. presenza dei cosiddetti "vulcanelli di fango"), né fattori chimici o microbiologici in grado di comportare pregiudizio per la balneazione o per l'ecologia del mare.
Il degassamento osservato, fenomeno naturale e di breve durata, è riconducibile all'esalazione di anidride carbonica con presenza di piccole quantità di solfuri organici derivanti dalla biodegradazione di accumuli di alghe sepolte nella sabbia.
L'Arta ringrazia la RES.GEA S.r.l. per aver concesso a titolo gratuito le immagini e le riprese aeree e il personale dello stabilimento Pepito Beach per aver contribuito a garantire le condizioni di sicurezza durante lo svolgimento delle riprese aeree.
Nota a cura del Direttore tecnico dell'Arta Dott. Giovanni Damiani