Informazioni di base

Per spiegare in modo semplice cosa sono i campi elettromagnetici è utile partire da due concetti di base, quello di “campo elettrico” e quello di “campo magnetico”. Il campo elettrico è generato dalla presenza di cariche elettriche. Il campo magnetico è generato da cariche elettriche in movimento (correnti elettriche). Campi elettrici variabili nel tempo generano campi magnetici variabili e viceversa. Campi elettrici e magnetici possono, pertanto, essere considerati come due aspetti di un’unica grandezza fisica, il campo elettromagnetico, in grado di propagarsi a distanza indefinita dalla sorgente, anche nel vuoto, sotto forma di onde (radiazione elettromagnetica).

In termini più tecnici, la radiazione elettromagnetica è definita come propagazione di energia per mezzo di campi elettrici e magnetici variabili e concatenati fra loro.

Le caratteristiche fisiche che descrivono un’onda elettromagnetica sono:

  • la frequenza, data dal numero di oscillazioni (o cicli) del valore di campo al secondo, che si misura in hertz (Hz)
  • la lunghezza d’onda, distanza percorsa dall’onda durante un’oscillazione, che si misura in metri (m) e corrisponde alla distanza tra due massimi o due minimi dell’onda.

L’energia associata alla radiazione elettromagnetica è direttamente proporzionale alla frequenza dell’onda. L’insieme delle onde elettromagnetiche di tutte le frequenze costituisce lo spettro elettromagnetico, che si può dividere nelle due aree delle radiazioni ionizzanti, spesso abbreviate nell’acronimo IR, di frequenza superiore a un milione di GHz, e delle radiazioni non ionizzanti, NIR, che hanno frequenza inferiore a un milione di GHz (1 GHz = 1.000.000.000 Hz).

Le NIR comprendono le radiazioni ultraviolette (UV), la luce visibile, le radiazioni infrarosse, le radiofrequenze (RF) e i campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (ELF). In queste due ultime categorie ricadono le principali sorgenti artificiali di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, di rilevanza ambientale e sanitaria:

  • sorgenti di campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF), generati dagli impianti per la diffusione radio e televisiva, dagli impianti per la telefonia mobile (stazioni radio base), dai ponti radio e dai radar;
  • sorgenti di campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (ELF): infrastrutture per la produzione, la trasformazione, il trasporto e la distribuzione dell´energia elettrica (frequenza 50-60 kHz). Sono costituite da linee elettriche (elettrodotti) ad altissima, alta e media tensione, da centrali di produzione e da stazioni e cabine di trasformazione dell´energia elettrica.

Sul tema dei campi elettromagnetici e dei loro effetti si dibatte costantemente. Accade pure che in tale dibattito ci si debba confrontare con tesi e argomentazioni non adeguate o non affidabili sul piano tecnico o scientifico. Per questo motivo è sempre auspicabile assumere informazioni da soggetti che abbiano riconosciute competenze sul tema, come ad esempio gli enti nazionali e internazionali, anche non governativi. Questi organismi spesso pubblicano report e documenti di carattere scientifico o divulgativo, come ad esempio il rapporto tecnico Campi elettromagnetici – effetti sull’uomo e sulle apparecchiature (ISPRA, ISCTI, ISS) o come il sintetico libretto divulgativo Cosa sono i campi elettromagnetici?, edito in inglese dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e tradotto in italiano dal Consorzio Elettra 2000. Molte informazioni si possono poi reperire sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, nella sezione dedicata a salute e campi elettromagnetici.