Acque marino costiere
Il D.Lgs. 152/06 ha introdotto il concetto di stato di qualità ambientale per le acque marino-costiere. Lo stato di qualità viene definito valutando insieme:
- lo “stato chimico”, che si determina in base alla presenza di sostanze chimiche pericolose nei sedimenti e negli organismi bioaccumulatori (molluschi bivalvi);
- lo “stato ecologico” attraverso l’indice di stato trofico Trix, che combina i valori di quattro variabili (ossigeno disciolto, clorofilla “a”, fosforo totale e azoto inorganico disciolto) e consente di avere indicazioni sulle principali componenti che caratterizzano la produzione primaria degli ecosistemi marini (nutrienti e biomassa fitoplanctonica).
Questo approccio ha comportato la modifica delle modalità di monitoraggio. Transetti e stazioni, infatti, non sono più individuati sulla base di criteri “chilometrici” ma all’interno di “aree critiche” e “aree di riferimento” dove oltre alle acque, in cui si indaga anche sullo zooplancton, e ai molluschi bivalvi bioaccumulatori, si eseguono indagini ecotossicologiche sui sedimenti e si indaga lo stato delle biocenosi benthoniche.
Cosa fa l’ARTA
Sino dal 2001 l’Arta attua il Programma di monitoraggio dell’ambiente marino-costiero per la classificazione ecologico-ambientale delle acque marine, in convenzione con il Settore Opere Marittime della Regione.
La rete di monitoraggio abruzzese è attualmente ripartita su sette transetti per ciascuno dei quali sono individuate due stazioni poste perpendicolarmente alla linea di costa da cui distano 500 m e 3.000 m. L’Arta rileva i parametri meteomarini, acquisisce i dati fisico-chimici delle acque con sonda multiparametrica, determina la concentrazione di nutrienti e microinquinanti chimici, esegue le analisi della comunità fitoplanctonica, del macrobenthos e della granulometria dei sedimenti, valuta il bioaccumulo e la sedimentazione di microinquinati nel biota e nel sedimento, esegue i test ecotossicologici sui sedimenti ed effettua riprese video subacquee.
Gli esiti dei monitoraggi, che anno per anno sono riassunti in una relazione conclusiva, pur con le dovute differenze che possono emergere nei diversi periodi, testimoniano della variabilità e della complessità del sistema costiero abruzzese. Queste caratteristiche sono infatti riconducibili alle condizioni idrobiologiche e fisiche del bacino, alla variabilità delle condizioni meteorologiche, alla collocazione geografica delle stazioni in relazione alle pressioni del territorio retrostante, agli apporti delle attività da diporto. Nei documenti pubblicati sono riportati i dettagli sui monitoraggi annuali, le analisi svolte e i dati, rappresentati anche con l’ausilio di tabelle e grafici.
Le attività sono svolte dal Distretto di Pescara e dalla struttura specializzata Motonave Ermione.