Acque destinate al consumo umano
Le acque destinate al consumo umano sono un tema igienico-sanitario: le competenze infatti sono delle strutture regionali e delle Aziende Sanitarie Locali. Tuttavia la tutela della salute e la tutela dell’ambiente sono due temi legati tra loro e quindi vanno incentivati i processi conoscitivi multidisciplinari e gli approcci integrati.
La disciplina della qualità delle acque destinate al consumo umano per a tutela della salute pubblica, in attuazione della Direttiva 98/83/CE, è contenuta nel D.Lgs. 2 febbraio 2001 n. 31 (il testo fornito contiene le modifiche introdotte dal D.Lgs. 27/2002). La norma prevede che dal 25/12/2003 la qualità delle acque destinate al consumo umano sia conforme ai valori di parametro riportati nell’Allegato I; questa deve essere garantita alla captazione, nei serbatoi e nelle reti di distribuzione, fino al consumo. Le acque della rete di distribuzione devono perciò essere sottoposte a controlli sia da parte dei gestori del servizio idrico che da parte delle ASL. Le Aziende sanitarie definiscono quindi ogni anno il programma di ispezioni e prelievi dei campioni e, in base agli esiti delle analisi su questi campioni, emettono il giudizio di qualità.
Cosa fa l’Arta
L’Arta, come previsto dalla legge istitutiva, fornisce supporto analitico alle ASL nell’ambito delle azioni di controllo igienico-sanitario di loro competenza. In concreto, ciascuna Azienda sanitaria consegna all’Arta i campioni prelevati in base al proprio piano di controllo; i nostri laboratori eseguono le analisi chimiche e batteriologiche previste dalla norma e restituiscono i risultati alle ASL che fanno le loro valutazioni ed emettono i giudizi di qualità.
Queste attività vengono svolte in modo regolare e continuo e assumono particolare importanza nelle situazioni di rischio di inquinamento ambientale o di inquinamento conclamato. Per avere idea del loro peso basta dire che i campioni di acque destinate al consumo umano analizzati a supporto delle ASL rappresentano circa un quinto di tutti i campioni analizzati dall’Arta, con punte del 30% in alcuni anni. In termini numerici, per il 2016, si tratta di 2.903 campioni su un totale di 15.612.