Radon

Il radon (Rn) è un gas naturale radioattivo che deriva dall’Uranio 238 contenuto nella crosta terrestre.

L’interesse sanitario e ambientale del radon è legato al fatto che esso esala dal terreno e dai materiali da costruzione: se viene rilasciato in ambienti aperti si disperde rapidamente e la sua concentrazione in aria resta sempre su valori molto bassi mentre se dal terreno penetra all’interno di edifici o ambienti confinati si può accumulare e la sua concentrazione può raggiungere anche valori elevati.

I livelli delle concentrazioni di accumulo del radon dipendono da tanti fattori: dalla natura geologica del terreno al clima, dalle caratteristiche edilizie alle abitudini di vita, in particolare la frequenza di apertura delle finestre. Di solito le concentrazioni maggiori si raggiungono ai piani più bassi, soprattutto quelli a contatto diretto col terreno, e nei locali con scarso ricambio d’aria. Si possono avere concentrazioni non trascurabili anche ai piani superiori fuori terra in presenza di moti convettivi e vie di accesso verso l’alto (vani scala, cavedi, ecc.).

Il suo accumulo può rappresentare un potenziale pericolo per la salute poiché il radon è un agente cancerogeno responsabile di un aumento del rischio di tumore polmonare. La protezione della popolazione e dei lavoratori dall’esposizione al radon è, pertanto, oggetto di documenti tecnici e raccomandazioni emanati dai maggiori organismi internazionali, quali ad esempio l’International Commission on Radiological Protection, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Joint Research Center della Commissione Europea nonché della recente Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio d’Europa in materia di protezione dalle radiazioni ionizzanti, che dovrà essere obbligatoriamente recepita nella legislazione nazionale entro un limite massimo di 4 anni, nei primi mesi del 2018, sostituendo la normativa attualmente vigente.

Per questo, sin dagli anni 90, sono state effettuate indagini per la determinazione della concentrazione di radon. Negli anni 1991-1992 l’Istituto Superiore di Sanità e l’ENEA-DISP organizzarono la prima “Indagine Nazionale Radon”, che in Abruzzo coinvolse la città di Pescara (unico comune abruzzese con popolazione superiore a 100.000 abitanti), 5 comuni in provincia dell’Aquila (Pratola Peligna, Raiano, Barisciano, Lecce nei Marsi, San Vincenzo Valle Roveto) e Crecchio in provincia di Chieti, questi ultimi selezionati sulla base di criteri di mera casualità. Le misure furono effettuate dal P.M.I.P. della ASL di Pescara su circa 100 abitazioni. Il valore medio regionale risultò pari a 60 Bq/m3. Negli anni 1993-1995 fu poi eseguita un’indagine su quasi tutti gli asili abruzzesi, con circa 500 edifici monitorati; anche in questo caso le misure furono effettuate dal P.M.I.P. della ASL di Pescara.

 

Cosa fa l’Arta

L’Arta, secondo le previsioni del D.Lgs. 241/2000, effettua campagne di monitoraggio sulle concentrazioni di radon nelle abitazioni ed in altri luoghi pubblici. Sono state sinora completate due campagne pluriennali. La prima, in convenzione con la Regione, ha riguardato il monitoraggio di oltre 1.200 edifici in quasi tutti i comuni abruzzesi negli anni 2005-2008. La seconda, che ha riguardato gli anni 2009-2014, ha prodotto oltre 600 dati. E’ disponibile la relazione tecnica che include il prospetto sintetico dei dati.

Oltre ai monitoraggi periodici, l’Agenzia è in costante contatto con l’Istituto Superiore di Sanità ed ha collaborato alla stesura del Piano Nazionale Radon. La pagina web del Piano è on line dal dicembre 2013.