Intossicazioni alimentari
Se parliamo di intossicazioni alimentari da funghi, ci riferiamo di solito agli effetti dell’ingestione di macromiceti epigei, come quelli raffigurati in questa piccola galleria. Oltre alle vittime dell’intossicazione sono interessati al problema i raccoglitori, i centri antiveleni, le strutture di emergenza sanitaria e i laboratori specializzati.
In caso di intossicazione è necessaria una stretta cooperazione tra paziente, persone a questi vicine, personale sanitario e micologi. La tempestività di intervento, inoltre, è un fattore chiave di successo sia in caso di condizione critica per la vita della vittima sia che si tratti di migliorare condizioni cliniche non preoccupanti.
Tutti i passi da compiere in caso di intossicazione, tra cui il primo è il reperimento quanto più immediato possibile dei materiali, sono indicati nel Protocollo operativo diramato dal Centro micologico dell’Arta. Nella segnalazione degli eventi, inoltre, è fondamentale compilare la Scheda di accompagnamento dei campioni.
Ruolo chiave è naturalmente rivestito dal personale sanitario: il medico deve chiedere al paziente il recupero degli avanzi dei funghi mangiati e soprattutto degli scarti e dei gambi finiti in pattumiera. Qualora non si riesca a recuperare nessuno di questi campioni, ci si può orientare sul materiale biologico. Il tutto, però, deve essere inviato il più presto possibile in laboratorio per l’esame micologico.
Le tecniche analitiche messe in opera presso il Centro micologico regionale comprendono esami morfobotanici, macroscopici, microscopici, macrochimici e microchimici.