Pescara 08/09/2022
Scuola, qualità aria: Arpa contrarie a prescrizioni Dpcm
C'è un Dpcm del 26 luglio 2022 in base al quale le Agenzie regionali di protezione ambientale (Arpa) e le Asl, su richiesta dei dirigenti scolastici, sono deputate al controllo della qualità dell'aria nelle aule delle scuole, ma le stesse Arpa ritengono "impossibile adempiere a tale incombenza normativa".
La posizione unitaria delle agenzie è stata rappresentata anche in sede di conferenza Stato Regioni.
È il direttore generale di Arta Abruzzo, Maurizio Dionisio, incaricato dall'ufficio di Presidenza del Sistema nazionale di protezione ambientale, a spiegare "la posizione di netta contrarietà espressa dalle Arpa rispetto alle prescrizioni contenute nel decreto".
"Alla base del parere condiviso - ha dichiarato il direttore Arta - c'è il fermo convincimento che la norma non presenti elementi tali da permettere alle Arpa i controlli preliminari indicati nel testo. E ciò in ragione sia di una difficoltà tecnica sia dell'impossibilità, dato l'elevato numero di edifici scolastici, di riuscire a effettuare una serie di attività troppo consistenti e complesse rispetto alle dotazioni di organico e strumentazione tecnica di cui le arpa dispongono. Nonostante le maggiori Agenzie d'Italia abbiano già esplicitato singolarmente il loro parere con comunicazioni scritte - ha detto ancora l'avv. Dionisio - si è ravvisata la necessità di uniformare le posizioni espresse in un unico documento condiviso. E' in fase di elaborazione un testo unico di risposta che sarà inoltrato ai dirigenti scolastici i quali hanno già indirizzato alle Asl e alle Arpa la richiesta di monitoraggio preventivo degli ambienti scolastici, come previsto dal contestato provvedimento. Il Consiglio del Sistema nazionale di protezione ambientale ha espresso perplessità sul Dpcm relativo alla qualità indoor degli ambienti scolastici - sottolinea Dionisio - Basti pensare che nelle linee guida non sono neanche indicati i limiti degli inquinanti da ricercare. Sarebbe come prevedere un reato senza avere idea della pena da comminare. Quindi, oltre all'impossibilità tecnica di eseguire quanto previsto c'è l'impossibilità strumentale e di risorse. L'Arpa della Lombardia ha fatto un calcolo di massima: ci vorrebbero 7 anni e mezzo".