Pescara 14/08/2008
Considerazioni sui risultati analitici ottenuti sui sedimenti marini prelevati presso il pozzo Ombrina Mare 2
In prossimità del pozzo Ombrina Mare 2 sono state effettuate analisi chimiche, microbiologiche, biologiche ed ecotossicologiche.
Queste ultime nell’ambito della valutazione del rischio di matrici solide complesse quali i sedimenti marini, costituiscono un valido mezzo complementare ed integrativo al tradizionale approccio chimico e forniscono importanti informazioni circa la biodisponibilità dei contaminanti.
I risultati ottenuti evidenziano che dal punto di vista chimico i valori di tutti i parametri analizzati sono risultati inferiori ai valori del livello chimico limite (LCL).
Dal punto di vista ecotossicologico però, uno dei tre saggi di tossicità (test con batterio luminescente Vibrio fischeri su sedimento tal quale) ha evidenziato una tossicità media.
Per spiegare questa apparente incongruenza è necessario fornire spiegazioni circa le modalità di espressione dei valori di tossicità.
I risultati del suddetto test sono esprimibili in due modi: come UT (Unità di Tossicità) e come STI (Sediment Toxicity Identification). La prima unità di misura consente una relazione diretta tra tossicità e concentrazione del campione e relativamente a questa unità di misura i campioni non risultano tossici. Lo STI prevede invece di considerare nella valutazione della tossicità anche la frazione più fine del sedimento (frazione pelitica f<0,063 mm) che come tale può legare maggiormente i contaminanti. E’ stato infatti dimostrato che esiste una correlazione particolarmente significativa tra la tossicità dei sedimenti naturali e la loro frazione pelitica ed è stato costruito un modello che, ponendo in relazione queste due variabili, consente di stimare la componente “naturale” della tossicità acuta di campioni contaminati.
A questo va aggiunto poi che un test di tossicità in generale è appunto un’indagine complementare a quella chimica e può risentire dell’effetto della sommatoria e del sinergismo dei diversi elementi chimici presenti in una matrice (sempre che questi siano anche biodisponibili per l’organismo).
Il passo successivo è capire se la tossicità media rinvenuta nei due sedimenti campionati (la scala di tossicità acuta per la fase solida va da 0 a 12 come riportato nelle Metodologie Analitiche di Riferimento per il Monitoraggio Mare, ICRAM), è dovuta ad un tossicità di fondo “naturale” o se è legata alle attività svolte per l’estrazione petrolifera.
A tale scopo l’ARTA procederà ad una nuova campagna di campionamenti di sedimenti marini ogni 500-1000 metri lungo la linea congiungente il pozzo con la costa al fine di verificare le condizioni del fondale marino a distanze via via crescenti dal pozzo e formulare considerazioni sulla base del trend di tossicità che ne risulterà.