Pescara 06/02/2009
Inquinamento “diffuso”: Regione e ARTA insieme per tracciare la mappa regionale
Al via il progetto sperimentale basato su una rete di monitoraggio di 625 punti ed un’ampia sinergia tra enti
PESCARA (06/02/2009) - Creare una banca dati regionale sull’inquinamento “diffuso”, che deriva cioè da fonti non facilmente individuabili, non ben circoscritte e diverse da quelle normalmente conosciute, e sviluppare un percorso giuridico-amministrativo da sottoporre al Ministero per aggiornare a livello regionale i valori delle soglie di pericolosità previste dal decreto legislativo 152 del 2006.
E’ l’obiettivo del progetto sperimentale che la Regione Abruzzo, con il proprio Servizio Gestione Rifiuti diretto da Franco Gerardini, e l’ARTA, l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente diretta da Gaetano Basti, hanno attivato sulla base di una convenzione siglata il 10 dicembre scorso. Ad integrazione dei dati sulle acque sotterranee e superficiali raccolti dall’ARTA in sei anni di monitoraggio, il gruppo di lavoro coordinato dal geologo Giuseppe Ferrandino disporrà delle rilevazioni di una capillare rete di monitoraggio degli acquiferi alluvionali, i cui punti (pozzi e sorgenti ad uso industriale, irriguo e domestico) saliranno progressivamente dagli attuali 261 a 625, così da coprire per areali l’intera fascia pedemontana, collinare e costiera abruzzese.
Le analisi saranno effettuate dal laboratorio del Dipartimento ARTA di Chieti. E’ prevista la realizzazione di modelli statistico-numerici digitali con i quali si comprenderà l’andamento della contaminazione delle falde acquifere nello spazio e nel tempo; saranno inoltre elaborate ipotesi ed effettuate simulazioni sui possibili percorsi di diffusione degli inquinanti. Nel progetto, di durata annuale, prorogabile, saranno coinvolti i tecnici della sede centrale, che organizzeranno i dati analitici e le altre informazioni recuperate da soggetti pubblici e privati, come Consorzi acquedottistici e di bonifica, Province e Comuni. Il personale dei Dipartimenti di Pescara, Chieti, Teramo e San Salvo (dall’anno prossimo anche l’Aquila) avrà soprattutto il compito di fare i prelievi nei punti d’acqua individuati. L’ARTA si avvarrà anche di carte geologiche inedite, acquistate appositamente dall’università “La Sapienza” di Roma, e di pubblicazioni sull’argomento realizzate nella regione.
Grazie alle attività in programma si costituirà un catasto dei centri di pericolosità, riferito a limiti tossicologici, e un Sistema Informativo Geografico (GIS), per meglio rappresentare i fenomeni registrati sul territorio abruzzese, studiarli e consentire agli organi competenti di assumere i provvedimenti necessari.