Pescara 09/07/2015
Il Direttore Generale dell’Arta commenta il report di Goletta Verde sul mare abruzzese
«Se Goletta Verde avesse confermato per l’Abruzzo i dati positivi sulla balneazione riscontrati dall’Arta, molto probabilmente la sua “passeggiata sull’Adriatico” non avrebbe avuto tanta eco sulla stampa e di riflesso tra i cittadini, legittimamente sensibili all’argomento perché preoccupati per la propria salute, ma mai informati dai media dei dati positivi pubblicati dall’Agenzia».
Il Direttore Generale dell’Arta, Mario Amicone, commenta così il report annuale sullo stato del mare abruzzese che l’imbarcazione di Legambiente ha diffuso nei giorni scorsi nell’ambito del tour nazionale. Contestualmente il Direttore risponde alle critiche mosse all’Arta per le puntualizzazioni tecniche sulla qualità delle acque costiere regionali fornite a qualche organo di stampa e fa un plauso ai rappresentanti delle istituzioni che si attengono, sia nelle dichiarazioni che nei provvedimenti amministrativi, ai dati ufficiali dell’Agenzia.
«Se così non fosse – osserva Amicone – sarebbe del tutto inutile l’impegnativa macchina organizzativa che parte dal Ministero della Salute e coinvolge le Regioni e le strutture abilitate del Sistema nazionale di protezione ambientale, in primis le Agenzie regionali, per assicurare il monitoraggio continuo e capillare delle acque di balneazione a salvaguardia della salute dei cittadini, con riflessi diretti sull’economia regionale a cominciare dal turismo. Da aprile a settembre di tutti gli anni – sottolinea il Direttore – l’intera struttura dell’Arta viene letteralmente travolta dall’emergenza “balneabilità”, con il personale, già di per sé carente, che viene inevitabilmente e inderogabilmente dirottato su questa attività da altri servizi di controllo ambientale che sono altrettanto importanti per la tutela del territorio e della salute pubblica. Se dovesse avere più credito il verdetto sul mare di Goletta Verde – conclude provocatoriamente Amicone – sulla cui attendibilità scientifica preferisco non esprimermi, si potrebbe togliere tale gravoso e delicato servizio istituzionale all’Arta, che potrebbe così dedicarsi ad altre priorità, lasciando tutte le attività e le responsabilità connesse nelle mani di Legambiente».